Indice delle poesie astrologiche:

Ariete | Toro | Gemelli
Cancro | Leone | Vergine
Bilancia | Scorpione | Sagittario
Capricorno | Acquario | Pesci

 


I

Inizio e non so perche`
riluco di fiamme attraverso
il sangue e la linfa vitale del mondo
e niente puo` contenere la mia forza
che illumina sconsiderata e temeraria i giorni
i tempi i luoghi
le cose
fuggono centrifughi nello stupore
genuino dello sguardo ma io
sono gia` piu` in la` e
corro c o r r o ... c... o.... r..... r...... o.......
nei muscoli del mio destino
la lotta il traguardo per arrivare primi.

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II

La sensazione tattile preannuncia la pazienza
voluttuosa a poco a poco confermata come un cibo
masticato a lungo. I solchi nella terra
morbida profumano di stanchezza mansueta, lenti gli animali
percorrono in fila
il sentiero che porta fino all'odore
d'erba e rugiada nuova
il suo segreto di lenta e sicura elaborazione
racchiuso dal profilo nero
delle arcuate corna.

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III

Frammentato di colori brillanti o cristallino
un piccolo guizzo allo specchio smette di annoiarsi,
irrompe ben presto, e raddoppiando il giorno
vivace scorge nuvole fluttuare in forme curiose.
Farfalle cigliate ariose sfuggenti alle trappole
di risate azzurre le labbra intessono parole
sottili come fiori di tiglio. Eravamo/eravate
due nitide stelle pilotate lassu`
tra destrieri condivisi e ruzzolii di ciliege.

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IV

Scorro accesa di elegia, vestita di silenzi e di culle
come fuochi fatui su un'acqua dove passano e ripassano
lune piene nostalgiche di cieli argentati in cui riflettere
i ricordi, mondi di anime trasmigranti attraverso le porte
delle infinite incarnazioni. La storia e` una cantilena
che occulta il passato dal brivido delle Ecati mannare
alle cascate di perle, ruscelli per Silfėdi e Ondine
un giorno figlie, un giorno madri, per sempre donne.
Notti vellutate a sostenere i sogni delle uova.

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V

Sta.
Tutt'intorno irradia dai miseri mortali
al giardino dei pavoni. E trionfa.
Sul carro trainato dall'auriga fatale i Soli percorrono
infiniti cieli cerchiati, ricerche di luci
luciferine verita` di abbaglio superbo
e con grande orgoglio si innalza
per l'estensione maestosa quell'afa che e` sudario
diamante di affermazione inflazionata e ipertrofica
che ti colpisce al cuore e ne diviene il centro.

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VI

Come rami secchi e crepitanti le mani
allontanano ogni contaminazione
per salvaguardare la purezza che conta i chicchi
di grano per l'inverno.
Mille assenze trattengono la sterilita` delle grida senza eco
disseccano perche` non scorra lontano il pianto. Cave di gesso
cave di pietra cave abbacinanti
di sepolcri imbiancati che accettano
solo un lieve lamento in un battito d'ali
circoscritto dal divenire immenso.

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VII

Oscillante la lanterna ad olio proietta la tua ombra
su tutte le pareti: ombre di forme, di conoscenze
verso cui protendo il mio respiro. Tu mi guarderai
e questo sara` l'unico desiderio concesso
all'eleganza alabastrina e tenue, all'amore che dicono eterno.
Ombre fuggitive, ombre sfumate
implorano clemenza e riconoscimento. Colpe di occhi
in cui convergono i destini, colpe di sguardi
bastanti a se` stessi. Dammi un chicco d'uva
e fa' che sia un anello.

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VIII

Foglie marce in eredita`, oscuro baratto di un precedente
amplesso, gorgoglia nel veleno la dissoluzione.
E` triste la ragazza che raccoglie anemoni, un chicco di
melagrana e la sua giarretteria e` volata giu`. Piu` giu`
dove la luce non interviene a mutare l'essenza delle cose,
dove le solite ossessioni reclamano l'ascesa dallo stagno
profondo alla vetta piu` alta. Risorge
dalle ceneri per lo spiegamento alare l'aquila
.

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IX

Ed arde per scoccare meglio
la freccia che e`gia` arrivata dove i lontani mondi
convergono, scalpitano cavalli tra conviti e banchetti.
Bacco offre tralci di vite succulenti all'uomo che
pensoso accarezza la lunga barba e insegna
alle lingue purificate in fiamme porpora e il cavallo
e` gia` uomo, si tende verso l'alto e le passioni si frammentano
a terra, scocca la freccia nei cieli e sa.

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X

Giro di falce affilata rampante alle cime cristallizzate
lentamente salgo e salgo
le mani aggrappate agli oggetti, il viso
rivolto alle montagne sole i piedi imbrigliati nel piombo
con un'occhiata domino le valli
l'incostanza delle nuvole, le acque
sinuose fluiscono e la terra imputridisce
cosė nella roccia dimentico malleabili cuori di cera
e saldo il mio principio allo Zenith.

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XI

Libera l'azzurro areato dall'anfora e scendi fino a noi
messaggio di fiamma elettrica, liquido universale
catene umane, catene di mani
sciolgono l'abbraccio di uno
per ciascuno
su tutti si stende un'euforia carnevalesca
di mondi alla rovescia portati su stendardi
da bastian contrari, brindiamo insieme
al coppiere degli dei, al piu` alto dei cieli.

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XII

Squame cangianti tra schiume e onde
giochi di tridenti battuti dal vento come bandiere marine
canti muti di sirene oceaniche senza giorni
senza cieli sopra o sotto
tutto confluisce e si allontana persino gli sguardi
passano oltre dove sognare
diventa formazione calcarea corallina
bianca eterna di cristalli dissolti
lontano sorge un sole
-attributi di ruota-
c'e` sempre un punto d'inizio
e non si sa perche`.

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Ultimo aggiornamento della pagina effettuato in data: 21 novembre 1999.
I testi sopra riportati vengono qui pubblicati per gentilissima concessione dell'autrice..

Š1988 Donatella Ariotti - Tutti i diritti letterari riservati: e` vietata ogni riproduzione, anche parziale, senza il consenso esplicito dell'autrice (per ulteriori informazioni rivolgersi direttamente a: dariotti@gol.grosseto.it).


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