di Agnusel |
Primo sentiero: il Dubbio... Chi sono io? Ho perso me stesso... Dove mi trovo? Com'e` che sono finito qui? Ho perso ogni memoria... Mi resta solo qualche vaga sensazione, oppure forse, e` solo una mia impressione, un'invenzione dell'inconscio? Non ricordo, non sono sicuro di niente, non sono piu` neppure sicuro della mia stessa esistenza. Giacche`, adesso e qui, non riconosco piu` se son vivo o se son morto, o se lo spazio e il tempo hanno piu` senso. La mente viene circondata dall'assurdo, e` completamente partita, e` andata in corto-circuito. Non mi posso piu` fidare di lei, che gira e rigira in tondo, si arrovella da se stessa in paradossi senza soluzione... E tutto l'universo mi appare ora fantasmagorico, ne ho l'angosciosa percezione, piena e vuota allo stesso tempo, tutto mi appare come un giuoco di inutili e fatue ombre. Sono illusioni di felicita` quelle che mi aleggiano intorno, oppure mostruosi incubi? Non saprei, non sono sicuro nemmeno di questo, non ne sono affatto piu` certo... "IO" esisto? o non esisto? E chi puo` dirlo? E chi sarei poi, "io", per avere qualche diritto a dare risposte certe? Non so piu` rispondere, ma chi mi vorra` credere? Cartesio un giorno affermo`, con grande sicurezza: "Cogito ergo sum!", qualcosa in me invece oserebbe dire, con estremamente confusa incertezza: "Penso,
dunque dubito Che sian tutte vane parole "L'unica
vera certezza... E se fosse poi proprio questa,
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Piango, il mio cuore e` straziato, dal dolore, un dolore il piu` profondo, e non solo per me stesso... Piango, piango perche` il mondo, e poi anche tutto l'universo, mi appare ferito e sanguinante. Vecchio decrepito moribondo. Circondato da iene e da avvoltoi. Tutti come vittime immolate al sacrificio, per la delizia di invisibili predoni in agguato. La guerra, la sopraffazione, l'ingiustizia e la morte, sembrerebbero l'unica Legge cosmica scientificamente tecnicamente e spietatamente possibile per il cosiddetto "mondo reale, esteriore, oggettivo".
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E adesso mi vedo circondato dalle
nebbie, tra fluttuosi veli dove vagano altri esseri
sbandati... fantasmi come me, direi, esattamente, come "zombie",
morti viventi, come me, proprio cosi`, tanti morti che
camminano senza vera meta, che trascinano su passi lenti
e stanchi la loro squallida e vuota esistenza... ...Quindi giunge all'improvviso, quasi beffarda, la tua prima certezza: Dio stesso il Grande
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Disperato nel modo piu` profondo,
avevo cercato il Vuoto totale, la Morte assoluta -
filosofi e mistici me ne avevano parlato - avevo cercato
di immergermi per sempre nella notte piu` buia, di
sprofondare in un "Buco nero" senza piu`
ritorno, nel suicidio piu` assoluto non del corpo - cosa
che sarebbe del tutto inutile - ma della mia stessa anima...
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Ho paura... Io ho ..."fortemente"...
paura. Sono pienamente conscio della mia debolezza. Sono un Pesce che teme l'amo:
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Quanti cloni zombie, me compreso! sembriamo tanti asociali ubriaconi che vanno in cammino procedendo a zig-zag... La testa ci gira, ed un vortice galattico ci risucchia verso il suo centro di gravita`, di fatale e permanente attrazione. Ma questo moto circolare, non ha mai inizio ne` fine. Puo` darsi allora che anch'esso sia uno spettro prodotto dalla nostra fervida inconscia immaginazione collettiva?... Nettuno possiede le nostre anime
Vedo... vedo due PESCI che girano in tondo: sembrano rincorrersi, innamorati, ma in realta` procedono sempre in direzioni diametralmente opposte... Percio` non si incontreranno mai, per fondersi veramente: e cosi` l'Androgino non verra` mai ricostituito. Scorgo anche una coppia di carote, legate a dei bastoni sulle groppe dei due pesci-somaro: banale trucco di un prestigiatore, che l'invento` al fine di produrre l'incessante moto della Vita. Come due pianeti, essi girano l'uno intorno all'altro, ruotando al contempo su se stessi. Si trovano inscindibilmente legati in un campo conservativo, senza soluzioni di continuita`. Percio` senza vie d'uscita, intrappolati nel loro stesso giuoco di forze, "pesci auto-pescati" in una maglia da loro stessi prodotta, senza possibilita` di scappatoia alcuna. Ancora, l'immagine delle braccia a spirale di un'immensa Galassia... E pensare che l'universo intero ruota intorno a questo Grande Vortice, che e` come scaturito dalla bacchetta magica di una strega o di un mago! Al suo centro "esiste" solo un immane buco nero, donde persino la luce non ha piu` ritorno, e al suo centro percio` esiste solo il nulla, o meglio, quel non-e` che non esiste...
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Poveri uomini! meschini, presuntuosi. Avevamo creduto di poter fondare tutte le nostre illusorie ..."certezze" su di noi stessi, sulla nostra Madre-Scienza, sedotti dalla nostra stessa diabolica, perfida ed avida Mente, che e` biforcuta proprio come la lingua della viscida Serpe che ci fece scacciare dall'Eden. Prima avevamo creduto - pazzi! - di poter "dedurre" il nostro Dio sulla ragnatela del mostro-Logica, poi di poterne fare anche a meno. L'accumularsi delle nostre conoscenze scientifiche ci fara` ricchi e felici - dicevamo arroganti - metteremo lampadine al posto del sole, e che ce ne faremo alla fine di Dio stesso, quando le nostre lampade solari saranno sempre piu` perfette? ... Credevamo - suicidi inconsciamente - di poter conquistare la Natura, viiolentandola recidivamente, dai microbi alle galassie, ma alla fine l'abbiamo distrutta, e con essa, abbiamo annientato anche noi stessi. Infine un grande computer, il Grande Fratello, ci aveva illusi di poter diventare noi stessi creatori, noi stessi tanti arroganti piccoli demiurgi di mille mondi totalmente inventati. E poi un giorno e` giunta anche Lei, la "Nuova Madre di Dio", la Rete delle reti globali, che ha partorito nuovi universi cibernetici, messo al mondo tante "realta` ...virtuali", le sue figlie predilette. Il risultato e` ora ovvio, ce l'abbiamo sotto agli occhi tutti: adesso nessuno di noi sa piu` distinguere, qual e` l'universo vero, quello di un luogo e di un tempo uguali per tutti. Questa liberta` creatrice la stiamo pagando a caro prezzo, stiamo rischiando grosso, ma la sfida agli dei non restera` a lungo impunita. Siamo tutti apprendisti stregoni, adesso. Il Golem ci potra` cadere addosso per schiacciarci. E questa e` la tragica realta`: le chiavi scientifiche e tecnologiche, invece di pervenire al sereno benessere e alla certezza assoluta... ...Hanno spalancato tutte le
porte Ma eccolo dunque, e` in arrivo il gran Giorno della resa dei conti: non lo vedete? non vi siete guardati intorno? chi fra voi capisce piu` la differenza tra sopra e sotto, bianco e nero, maschio e femmina? Tutto e` infine confuso e contraddittorio... Chi sa e chi non sa? dov'e` il bene e dove il male? chi ha torto, chi ragione? Eccole nuovamente, maleodoranti proprio sotto il nostro naso, le citta` perverse della menzogna: Babilonia Sodoma Gomorra. O ultimi saggi, svegliatevi! Le chiavi che avevamo erano di certo sbagliate... L'altissima Torre di Babele ci e` crollata miserevolmente addosso, stendiamole sopra un pietoso velo! Volevamo realizzare "Utopia", un pianeta a misura d'Uomo, un Paradiso del tutto artificiale... Ma l'artificialita` dell'estasi provoco` la persecuzione di noi a noi stessi. Macchine e automi alla fine si rivoltarono contro le loro deboli, stupide, miserabili divinita` padrone... Dall'Estasi alla Paranoia
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Sprofondato nel punto piu` basso di questi abissi, nel punto piu` buio in fondo all'Oceano, io, umano pesciforme, schivai per lungo tempo mille ami e mille reti da pesca... Infine un giorno trovai l'Ancora giusta, a cui appigliarmi, perche` era l'unica vera, la sola Ancora di Salvezza. E rivolgendo di nuovo gli occhi verso l'Alto, quegli occhi finora troppo impegnati a guardare giu` inorriditi verso il Baratro, finalmente, vidi qualcosa di simile ad un tunnel o ad un lunghissimo cono, e in fondo a quel tunnel brillava una piccola stella, minuscola, timida, dalla luce fioca, e che all'inizio sembrava lontanissima, irraggiungibile... Ma poi, d'improvviso compresi: la Stella era un Segno impressomi al centro dell'anima, proprio perche` un di' me ne ricordassi, nel gran giorno della mia rinascita. E infine la riconobbi, lucidamente: era la "mia" Stella, l'Astro del mio ascendente di nascita, un dono celeste lasciato perche` potessi un giorno ricordarmi di una missione, di un vero scopo per la mia altrimenti inutile vita. E ora ricordo: sono nato poco prima dell'alba - adesso ricordo perche`! - ricordo perfettamente: attendevo un nuovo giorno, felice. Ed uscendo fuori dalla lunghissima, angosciosa ed indescrivibilmente buia Notte dell'Anima, pregavo, pregavo a voce alta, con fede finalmente certa ed incrollabile: "O Grande
SOLE, dovrai pur sorgere, prima o
poi, E allora vieni, vieni o Eterna
Fiamma,
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